venerdì 13 maggio 2016

Estratti: 'Sei in ogni mio respiro' di Jessica Park

Cari lettori, come state?  Oggi vi riporto uno stralcio tratto dall'ultimo romanzo letto: 'Sei in ogni mio respiro' di Jessica Park. Ho adorato questo libro e con questo post voglio deliziare anche voi, se magari non avete ancora letto il romanzo, di un piccolo estratto. In tal modo spero di invitarvi alla lettura. Il libro merita di esser letto. Sono molto entusiasta del romanzo, e ve ne parlerò ancor meglio nella recensione.
  
«La musica dev’essere il sottofondo, creare l’atmosfera. Quando ti sentirai in quel luogo sicuro, allora potrai correre, e spingere il tuo corpo oltre i suoi limiti. Ti servono delle canzoni con un senso, un’anima, un cuore. Non queste stronzate pop.»
Mi ha riportato nel mondo reale, e mi ritrovo a scuotere il capo. «Non lo so. Non mi piacciono quelle con un senso. O un’anima, o un cuore.»
Chris si inginocchia davanti a me, si toglie una cuffietta e me la infila nell’orecchio. Metto una mano sotto la sua per sistemare l’auricolare e lui mi scosta i capelli. Con le dita sul lato del mio viso, mi fa inclinare la testa per fissarmi negli occhi. «Ti servono delle canzoni che ti diano delle sensazioni. Alcune ti faranno sentire forte e altre debole. Alcune ti renderanno determinata e altre ti faranno a pezzi. Ma ti servono tutte.» Parte la musica. È lenta. Delicata e ritmica, fatta di melodie che si intrecciano. «Corri attraverso il dolore.»
Scuoto di nuovo la testa, con lo sguardo fisso alle sue spalle. «No.» Vorrei concentrarmi sulla sua nuca abbronzata.
Annuisce. «Sì invece. Corri per attraversarlo, sentirlo, lascialo venire.»
«No», ribatto, più ostinata. «Lo faccio già fin troppo.»
«Non credo che tu lo faccia davvero. Secondo me, ti soffermi su determinati aspetti delle cose e poi le getti via. Smettila di fare resistenza.»
«Come fai a saperlo?» Dannazione. Di nuovo quel familiare pizzicore agli occhi. È così facile giocare con le mie emozioni, passare in modo del tutto imprevedibile da un estremo all’altro. Desiderio, poi rabbia, dolore… Non c’è mai fine. E con Chris è ancora peggio. Perché non riesco a tenermi a distanza?
«Lo gridi ai quattro venti in tutto ciò che fai. Ti aggrappi a ciò che ti è successo perché pensi che sia tutto quello che hai.»
«È così.»
«Trovati qualcos’altro.»
Scuoto la testa. Non so come si fa.
«Stammi a sentire.» Chris si guarda intorno nella stanza, come per cercare un modo per convincermi. Riflette per un minuto. «I tuoi genitori sono morti e il tuo mondo è andato in frantumi.»
Annuisco.
Mi appoggia una mano sulla guancia. «Ti sembra ancora di annegare.»
Annuisco di nuovo.
«E ti stai sforzando di respirare.»
È vero. È una lotta continua per restare in superficie. Ho abbastanza aria per non andare sotto del tutto, ma non abbastanza per vivere.
«Anch’io lo faccio. Respira. Respira e basta.» Alza il volume e mi accarezza i capelli.
Vorrei dirgli che il dolore degli ultimi quattro anni mi ha colpito nel profondo e non sono sicura di poter respirare da sola.
«Hai il presente, qui e adesso», prosegue Chris. «Hai il futuro. Fa’ i conti con il passato, così potrai smetterla di guardare indietro. È solo dolore.»
Con un sospiro, lo guardo di nuovo. «È solo dolore», ripeto.
«È così.» Mi scosta i capelli dal viso e io vengo assalita da un’ondata di calore. Trattengo il fiato. Non ho mai provato nulla di paragonabile al suo tocco, e la mia angoscia unita all’intensità del contatto con lui mi manda in pappa il cervello. «È così, Blythe.»
«Respira e basta?» riesco a ripetere, sorridendo.
«Più o meno.»
«È quello che hai fatto tu?»
«Sì. Sono venuto fuori dall’inferno. Ci ho fatto i conti e sono andato avanti. Puoi farcela anche tu.»
Ormai non ce la faccio più. Gli afferro la maglietta e lo tiro verso di me, fino a sfiorare le sue labbra con le mie. Voglio la sua bocca, voglio sentire il suo sapore e voglio respirare il suo odore. Lui si irrigidisce, però non si ritrae.
Nessuno dei due si muove.
La situazione si è surriscaldata, lo sento chiaramente.
Alla fine, mi sporgo ancora un po’ fino ad avere la bocca praticamente sulla sua. Apro la mano con cui stringo la maglietta sul suo petto e inizio a risalire con le dita, oltre il collo, fino a toccargli finalmente la nuca. La sua pelle è calda e perfetta, proprio come pensavo. Chris muove le labbra contro le mie, dolcemente, e io mi lascio andare. Le nostre lingue si trovano e rabbrividisco. L’atmosfera nella stanza si fa più densa, invasa dalle mie emozioni e dal mio desiderio, puro e inevitabile.
Non sapevo che si potesse provare tutta questa passione con un bacio così lento. 


Questa è, senza dubbio, una piccola parte del romanzo che conserverò nel cuore. Vi ha fatto emozionare?
Vi aspetto nei commenti per conoscere le vostre opinioni.
Vi abbraccio tutti.
Un bacone, R.

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